Installazioni

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Sulle Opere

Le installazioni “Connessioni” rappresentano cellule neuronali che creano connessioni con dei libri anonimi, disposti in maniera da non mostrare la copertina, ma la loro totalità.   Come accade realmente in natura, più ci si avvicina alla “conoscenza” più i neuroni aumentano sia in dimensioni che in connessioni, fino al neurone più grande che fa sinapsi con le pagine di un libro.
E’ un inno al sapere e all’esistenza stessa. L’arte elogia la cultura e viceversa. Entrambe sono essenziali perché possono aiutare l’uomo a osservare, riflettere e  giungere a una piena consapevolezza di sé.
Dunque la conoscenza, rappresentata dalla parola scritta,  è collocata all’apice della struttura, in quanto è qualcosa che bisogna sempre perseguire, sostenere, tutelare.
La comunicazione in tutto ciò è fondamentale, e l’artista avverte una forte  esigenza di entrare in contatto con l’altro,  perché la certezza di poter stabilire anche un solo punto di contatto, significa ineffabile e  immensa speranza di liberazione dalla solitudine cosmica.
L’artista cerca di superare il proprio disagio esistenziale attraverso l’arte.
L’atto del creare infatti lo alleggerisce dalle difficoltà del quotidiano e diviene sempre più  necessario  e concretamente  terapeutico.
Solo l’arte e la cultura potranno salvare il mondo.

L’opera “Non puoi creare il sangue”  è un vero e proprio inno alla vita.   Il titolo ci rammenta che il sangue non può essere  riprodotto e in modo allusivo vuole esortarci alla donazione, unica possibilità di perpetuare la vita.
Globuli rossi fluttuano ed esaltano l’importanza del prezioso fluido, fonte dell’esistenza stessa. La materia, dopo essere stata plasmata, diviene energia vitale, pronta a rinnovarsi incessantemente.

E’ fin troppo evidente l’allegoria che si nasconde dietro l’installazione “Bersaglio”.   Due sigarette prendono le sembianze di un fucile a doppia canna e altre già fumate sono ammucchiate. 
Un fumatore, pur consapevole di essere facile bersaglio davanti a un plotone di esecuzione, fuma con aria arrogante.  La sola visione vorrebbe evocare scenari di morte e distruzione di massa.
L’artista stesso, per contrappasso, compie un atto di distruzione-creazione, riducendo in frantumi le sigarette necessarie alla realizzazione dell’opera. Infatti l’interno delle due canne è pieno di tabacco vero, ricavato da moltissime sigarette distrutte, donate da amici fumatori.
La sigaretta/fucile racchiude, svela e spara al mondo intero un allarme ed un grido di dolore.

Lo “Scrigno” è un’opera piena di enfasi evocativa.  Semplici oggetti di vita quotidiana divengono valori affettivi, perché preziosi custodi del passato. Un passato necessario, che inevitabilmente ci appartiene e ci accompagna nella vita di ogni giorno.

La memoria  è uno dei principali processi cognitivi dell’uomo e consiste nella capacità di conservare informazioni e di recuperarle sotto forma di ricordi.  La nostra vita interiore, le esperienze vissute, gli eventi ai quali abbiamo assistito, le persone conosciute, sono tutti conservati nella nostra memoria.  Senza di essa non ci potrebbe essere neanche il futuro e saremmo come un guscio vuoto.

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